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domenica 9 novembre 2014

Un caldo abbraccio di Lana.


"Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano. Chi lavora con le sue mani e la sua testa ed il suo cuore è un artista".
Francesco D'Assisi

Eccomi a voi, in altre vesti.
In soffici vesti di lana, per essere precisi.
No, non ho deposto la penna a favore dei ferri, entrambi sono privilegiati strumenti di espressione del mio mondo interiore.
Mentre i miei pensieri e le mie idee corrono e si rincorrono, fra epopee e personaggi fatti di carta e sogno, infatti, le mie mani continuano a muoversi, sia per digitare lettere sulla tastiera del portatile, sia per confezionare un capo in lana
Non c'è soluzione di continuità, in primis perché, grazie alle due X in sequenza dei miei cromosomi, posso svolgere più attività in contemporanea: ossia leggere, scrivere, analizzare, recensire, intervistare, sferruzzare, registrare messaggi vocali su whatsapp, destinati ad un'amica, programmare nel minimo dettaglio il prossimo week end (e i prossimi dieci anni, se sono in vena) con mio marito, sgranocchiare patatine.
In secondo luogo, perchè ogni mia creazione è una storia che prende vita, come un romanzo o un quadro, prima concepita e, infine, generata per raccontarsi, o attraverso parole vergate ed immagini evocate o attraverso sequenze di colori e sensazioni tattili.
Talvolta, invece, mi concentro esclusivamente sullo sferruzzare, come assorta in una forma di meditazione antica. Mi siedo, con le gambe incrociate, a lato di una grande finestra da cui il mio sguardo domina i tetti di Copenhagen, accendo una piccola lampada e qualche candela, in quanto le serate dell’autunno nordico sono piuttosto buie.

Ecco cosa si cela dietro ai capi in lana che realizzo con frenetica passione: non sono solo accessori sfiziosi, di sicuro impatto sul look personale di ciascuna, ma stralci di poesia, fantasie che, come cavalli alati, si lasciano dolcemente imbrigliare da fili di lana pregiata, che intreccio personalmente.
Adoro coniugare tendenze contemporanee con ispirazioni retrò, per originare creazioni estremamente versatili, caldissime, comode, ma, al contempo, irresistibilmente chic. 
Benvenuti, dunque, nel mio mondo incantato, popolato da cappelli, sciarpe, cappucci, poncho, stole, scialli, colletti, scalda collo, guanti, copertine e moda per bambini
“Ogni Favola è possibile”: basta un buon libro da leggere e, magari, uno da scrivere; il caldo abbraccio della lana sulla pelle infreddolita e la visione di un gomitolo apparentemente inerte, che, non appena toccato dai ferri, simili a bacchette magiche, inizia la sua danza, ritmata dal ticchettio delle punte che si sfregano. 
Abracadabra… la magia delle piccole cose è a portata di “lana”.

"La vita è un gomitolo che si consuma. Si spera che al centro ci sia la felicità e così continuiamo a tirarlo, ad arrotolarlo velocemente come velocemente viviamo la vita senza pensare che con quel gomitolo potremmo fermarci a cucire i nostri giorni e ricamarne su di essi momenti stupendi".
Domenico Torrelli


Emma Fenu

Un cappuccio da Favola




e un altro cappuccio per una piccola orsetta!






mercoledì 22 ottobre 2014

Sferruzzare in compagnia sotto i tetti di Copenhagen.


"Un’amicizia tra donne è come un continuo rammendo; è un maglione, anzi tanti maglioni; è il sospiro di sollievo con cui, il primo giorno d’autunno, apriamo l’armadio e loro sono lì, che ci aspettano. 
Sono maglioni di shetland, che pizzicano un po', come amiche dal carattere pungente, non risparmiano critiche taglienti; sono i pull modaioli, che amano stare in vetrina, sotto gli occhi di tutti, amiche energizzanti… 
E poi c’è il cardigan comprato per caso un giorno di pioggia in campagna o in una città straniera. faceva così freddo e non avevamo niente di caldo in valigia. E invece quel maglione comprato per caso diventa il nostro preferito, non sappiamo più farne a meno. E’ il maglione che ci mettiamo quando siamo tristi, quello in cui stiamo più comode. E’ l’amica che chiamiamo quando la vita ci fa sentire al freddo. Quella che sa come consolarci, sempre".
Lisa Corva

Mi sono trasferita a Copenhagen lo scorso Luglio, nel tripudio della meravigliosa estate danese, che non è una morsa afosa, ma l’abbraccio caldo e gioioso di un sole capace di far sfavillare i colori sgargianti dei parchi lussureggianti; delle case variopinte del porto di Nyhavn, proiettate sulle acque dei canali, solcati da imbarcazioni gremite di turisti; dell’infinito susseguirsi di edifici ricoperti di mattoncini e adornati di modanature candide; della “pelle” bronzea, dalle sfumature che rammentano gli abissi marini, che riveste la statua della Sirenetta.
L’autunno arrivò in fretta, e con esso, nell’atmosfera magica, tipicamente nord europea, del Natale incipiente, la voglia di leggere un libro, con, stretta fra le mani, una tisana bollente, e liberi nella mente mille pensieri; la voglia di poggiare i piedi scalzi sopra un tappeto di pelliccia ecologica, mentre, dalla propria finestra, si osserva lo scrosciare della pioggia.
Era giunto il momento ideale per rispolverare i miei amati ferri ed iniziare a dar vita, tramite l’intreccio fatato di fili di lana e seta, a cappelli, sciarpescaldacollo, poncho, guanticopertine, e scaldatazza.
Io sono una donna a cui piace pensare, scrivere, leggere, conoscere, perdersi in fantasie, credere ed elaborare teorie e ideali, emozionarsi, vivere intensamente e introspettivamente.
Sono una donna di cuore e di testa, quindi, ma non sarei completa senza le mie mani, senza il potere creativo che mi donano, dando forma alle immagini che popolano i miei sogni.
E, dopo l’autunno, fu la volta dell’inverno, cadenzato da giornate molto brevi; raggi di sole frequenti quanto avvistamenti UFO; bufere; susseguirsi di fiocchi di neve piccoli, gelati e pungenti, che attraversano il cielo in orizzontale, in balia del vento polare, il quale soffia con veemenza e rievoca alla mente orsi bianchi e distese immacolate di ghiaccio.
Gelido ma ammaliante, l'inverno di Copenhagen. A volte lo si detesta, ma se ne subisce il fascino.
Sferruzzare, allora, non è più stato per me solo un momento intimo, ma è divenuto, una forma di collante sociale, un’occasione d’incontro, in una città cosmopolita, fra donne e ragazze, tutte appassionate di handmade, non solo danesi, ma provenienti da vari paesi: dall’Italia, alla Spagna, alla Russia, al Marocco, al Giappone, al Brasile. Insieme ai fili di lana, si sono intrecciate storie personali, lingue e costumi, esperienze e sogni.
All’interno delle nostre mura domestiche, ma anche di caffetterie o di centri culturali, ci incontriamo, scambiandoci consigli, ciascuna con il proprio metodo, con il proprio retaggio culturale, con la propria voglia di comunicare e condividere non solo schemi e punti, ma anche un ricordo, un progetto o una crostata di marmellata preparata con le proprie mani.
Spesso ci si dedica al proseguimento di un proprio lavoro e, allora, immagini di incarnati ambrati e poncho in alpaca si fondono, in meravigliose osmosi, a quelle di occhi azzurri e maglioni abbelliti da motivi in cui si reiterano renne stilizzate.
A volte, invece, si sferruzza per un progetto comune, come una coperta formata da tantissimi quadrati colorati cuciti fra loro, e ognuno di essi racconta una storia.
Ci sono quadrati con qualche imperfezione, realizzati dalle neofite, ancora alle prese con i primi rudimenti; ci sono quelli con il punto jacquard in toni vivaci, che ci riportano alla mente le distese verdi e il cielo azzurro del Perù; ci sono quelli monocromi, bianchi come le distese di neve e dai punti in rilievo, che evocano i cristalli di ghiaccio; ci sono quelli rosa tenue, confezionati da chi culla nel proprio ventre una bimba; ci sono quelli che ricordano le molteplici e armoniose sfumature delle matrioske.
Ma non immaginateci in esiguo numero, riunite come in una sorta di sabba di streghe della lana o di carboneria delle adepte ai ferri e all’uncinetto!
A Copenhagen la creatività e il lavoro handmade sono, infatti, notevolmente apprezzati a livello sociale: pensate che si insegna a sferruzzare, persino ai maschi, durante gli anni della scuola primaria. Ma, soprattutto visitando i celebri mercatini, che animano la città nelle piazze, in prossimità dei centri commerciali e nel fantastico parco di Tivoli, i chioschetti di Cristania, il ben noto quartiere hippy, e i negozi destinati all’hobbistica, si possono ammirare veri capolavori di fantasia e passione, che fanno parte del guardaroba di ogni danese che si rispetti.
Lo so, in Italia ci si crogiola, da tempo, nel calore estivo, ma qui l'autunno ci invoglia a circondarci di colorati gomitoli.

Arricchiamoci delle nostre reciproche differenze”.
Paul Valéry 

Emma Fenu
pubblicato su Casa e Trend

Ed ora, un assaggio della collezione 2014!



















venerdì 21 febbraio 2014

La moda ispirata agli anni '20 conquista tutte!

"La moda passa, lo stile resta".
Gabrielle Coco Chanel

Quasi impossibile non subire il fascino esercitato dalle dive del cinema muto, icone senza tempo di eterea eleganza, dai capelli scolpiti in onde composte e dai visi bellissimi, incorniciati da sopracciglia sottili e valorizzati dall'uso della cipria bianca e dal disegno, rigorosamente a cuore, delle labbra dal colore vermiglio.
Lo stile degli anni ‘20 vanta, senza dubbio, grande personalità e magnetismo e contempla dettagli indimenticabili: frange spettacolari, paillettes luccicanti, lunghe collane di perle, piume chiccosissime, scarpette con cinturino alla caviglia, stole di pelliccia e collant con la riga sul retro delle gambe.
Abbandonati corsetti soffocanti, le donne, in preda ad una frizzante emancipazione, scoprono nuova libertà di movimento e di seduzione grazie ad abiti dalle linee morbide e femminili, tagliati all'altezza dei fianchi, perfetti per danzare al ritmo del Charleston.
A completare il look, entrano in scena adorabili cappellini privi di falda, o con falda mini (la celebre cloche), con decori vistosi su un lato, calati sugli occhi bistrati di donne dal fascino misterioso.
Anche le donne delle terre del nord apprezzano lo stile vintage e raffinato e lo interpretano in modo stravagante e personale, soprattutto in occasione di feste in maschera o a tema, che frequentemente si organizzano anche fra amici. Non immaginatele, dunque, sempre avvolte in capi informi e con ai piedi scarponi da neve! 
Inoltre tali modelli tratti dalla moda passata sono facilmente rivisitati in chiave attuale, coniugando comfort e eleganza, per esempio giocando con gli accessori e indossando, anche con le basse temperature, deliziosi cappelli in lana, con maxi fiore all'altezza di un orecchio, collane lunghissime e scintillanti o mini borsette ricoperte di deliziose perline.

Emma Fenu

tratto da









venerdì 10 gennaio 2014

Quando la cicogna bussa alla porta



"Nascere è ricevere un intero universo in dono".

"Il tempo ci rende adulti. E il tempo fa sì che antichi templi crollino e che isole ancora più antiche sprofondino nel mare. C'era davvero un libro nel più grosso dei quattro panini che il panettiere di Dorf mi aveva messo nel sacchetto? non c'è domanda che rivolga a me stesso con maggiore frequenza. Analogamente a Socrate, potrei dire: «Una cosa sola so: ed è di non sapere nulla». Ma qualcosa, dentro di me, sa che c'è ancora un Jolly in giro per il mondo. Sarà lui a far sì che il mondo non si addormenti. In qualsiasi momento, in qualsiasi luogo, potrebbe spuntare un minuscolo giullare coperto di campanelli. E allora, guardandoci dritto negli occhi ci ripeterà le domande: «Chi siamo noi? Da dove veniamo?".

Jostein Gaarder



La nascita di un bambino è un evento magico: nonostante sia naturale e coevo alla vita dell'umanità, non cessa di stupire, ogni volta. E ogni volta, davanti ad un nuovo essere vivente, guardandone la boccuccia umida, la pelle aggrinzita, i pugnetti chiusi, i piedini piccoli e perfetti, non possiamo che provare gioia, tenerezza, speranza. 
L'arrivo di un neonato cambia, anzi stravolge, la famiglia, la casa, la quotidianità. Tutto si tinge di colori pastello, tutto sa di borotalco e di latte, tutto diventa più dolce, come in un'atmosfera da carillon, una ninna nanna popolata da cuccioli d'orso, di leone e di elefante, da uccellini, coniglietti e agnellini.
Ecco alcune mie creazioni destinate ai "nuovi arrivati": cornici, ghirlande, pupazzi e album per fotografie.









Il primo regalo che si confeziona per un bimbo, quando ancora è cullato nel ventre materno, è un manufatto in lana: una copertina, un maglioncino, un cappellino, un paio di calzine...piccoli e soffici batuffoli che dovranno scaldarlo e coccolarlo fin dai primi giorni. 
Vi mostro alcune mie creazioni, realizzate con tenero affetto e pregiata lana anallergica per due maschietti adorabili: un set composto da: copertina, munita di tasca, sacca porta oggetti, entrambe decorate con cuoricini handmade, e un quadretto con carta decorata, cuori in feltro, tag e mini maglioncino; e un cappellino modello "puffo", nei toni del panna e grigio, un formato maxi per una testolina piccina!



martedì 31 dicembre 2013

Non solo fili di lana...

"Un’amicizia tra donne è come un continuo rammendo; è un maglione, anzi tanti maglioni; è il sospiro di sollievo con cui, il primo giorno d’autunno, apriamo l’armadio e loro sono lì, che ci aspettano. Sono maglioni di shetland, che pizzicano un po', come amiche dal carattere pungente, non risparmiano critiche taglienti; sono i pull modaioli, che amano stare in vetrina, sotto gli occhi di tutti, amiche energizzanti… E poi c’è il cardigan comprato per caso un giorno di pioggia in campagna o in una città straniera. faceva così freddo e non avevamo niente di caldo in valigia. E invece quel maglione comprato per caso diventa il nostro preferito, non sappiamo più farne a meno. E’ il maglione che ci mettiamo quando siamo tristi, quello in cui stiamo più comode. E’ l’amica che chiamiamo quando la vita ci fa sentire al freddo. Quella che sa come consolarci, sempre".
Lisa Corva

"Siamo legati da infiniti fili sottili, facili da recidere a uno a uno, ma che essendo intrecciati tra loro formano corde indistruttibili".
Isabel Allende





Poche ore ci separano dall'inizio del nuovo anno. E' tempo di bilanci e di progetti, di sogni realizzati e di altri ancora polverosi nei cassetti, di obiettivi e di ricordi. Ogni anno passato è una avventura, un nuovo capitolo della nostra storia, in cui si sono succeduti sorrisi e colpi di scena, amarezze e sudate vittorie.
Buon anno a tutti voi, a chi con amore mi tiene stretta a sé per tutta la vita, avvolta in un caldo abbraccio; a chi non mi ha mai delusa, come una ricetta collaudata da generazioni; a chi ha saputo essermi vicino, nonostante le distanze fisiche, come legati da un filo invisibile; a chi ha saputo ricucire un nuovo rapporto, come si compone una coperta di svariati colori; a chi conosco da poco, ma è già un amico sincero, come un cioccolato dolce fin dal primo morso; a chi mi ha incoraggiato e crede nella mia forza, dandomi coraggio come un sorso di vino; a chi ha condiviso con me le piccole ma grandi vicissitudini quotidiane, come se avessimo bevuto insieme lo stesso tea bollente guardandoci negli occhi; a chi mi ha contattato grazie ad un accessorio di lana, dando vita ad una trama di affetto e fantasia.

A tutti voi, un felice 2014!


 

venerdì 20 dicembre 2013

La dolce e calda magia del Natale


"A Nord del Circolo Polare Artico, nell'Europa settentrionale, esiste una regione: la Lapponia.
In una capanna del bosco, circondata da abeti, vicino ad un allegro ruscello d'acqua limpida e fresca viveva Natale, il quale si dedicava ogni giorno a coltivare il suo orticello, a curare le sue renne e ad intagliare il legno, vivendo tranquillamente.
Vestiva sempre di rosso, il suo colore preferito.
Era un vecchietto assai buono e generoso con una lunga barba bianca ed aiutava spesso senza tirarsi mai indietro tutti i suoi vicini.
[...]
Babbo Natale entra quindi quella notte in ogni casa calandosi dal camino e riempiendo le calze che ogni bimbo appende sotto al camino, come d'usanza, e posando gli altri pacchetti più grossi sotto agli alberi di pino adornati a festa con luci e addobbi vari: palline, candeline, bastoncini di zucchero, e, anche nelle case delle famiglie più povere, gli alberi di pino venivano adornati con noci, mandarini, frutta secca, che profumavano l'aria di festa e che poi venivano mangiati in famiglia tutti insieme
".
Tratto da La Storia di Babbo Natale


"Nessuno sa mantenere un segreto meglio di un bambino".
Victor Hugo


 collage by Sabina Cedri

fotografia by Francesca Guerrini

Mancano pochi giorni a Natale. La mia casa, che si affaccia con le sue ampie finestre sui tetti gelati di Copenhagen, ha assunto ormai da tempo le festose sembianze di un laboratorio di elfi: è un tripudio colorato di tags con pizzi e cuori fustellati; di carte e stoffe con minute fantasie fanciullesche; di ghirlande formate da pigne, legno, trine e fiori; di candele che proiettano sui muri saettanti forme di stelle; di omini di zenzero chiusi in scatole di latta rossa e di fiocchi di neve in cristallo. Al centro del salotto ho provvisoriamente collocato una valigiona, zeppa di regalini, aperta ancora per poco...domani si parte, per trascorrere le vacanze con parenti ed amici. 
E, naturalmente, non possono mancare, sparsi ovunque, tanti accessori in lana: cappelli, scaldacollo, sciarpe, mezzi guanti, copertine, scaldatazza e tovagliette, tutto creato con amore e dedizione, immaginando il volto di chi dovrà riceverli.
Dedico questo post ai più piccoli, ai bambini meravigliosi per cui ho la gioia di confezionare capi morbidi, caldi e colorati, adatti per scaldare i loro dolci sorrisi, nell'attesa della magica notte!



 fotografie by Francesca Guerrini