"La bicicletta è bella per quello che ti può dare. Ti fa stare bene, ti dà la possibilità di sentire, di parlare, di vedere il mondo da un'altra angolazione. La bicicletta ti fa tornare indietro nel tempo. Ti fa tornare ragazzo".
Davide Cassani
Davide Cassani
"Nessuna delle nostre piccole sofferenze quotidiane resiste a un buon colpo di pedale. Tristezza, attacchi di malinconia…inforchiamo la bicicletta e fin dalle prime pedalate abbiamo l'impressione che un velo si squarci".
Didier Tronchet
Fotografie by Silvia Montis
Mi trasferii a Copenhagen a fine luglio, assistendo all'incantevole trionfo dell'estate danese: lunghe, infinite, giornate traboccanti di luce; colori sgargianti; parchi meravigliosi; strade e piazze gremite; un clima estremamente piacevole, né afoso né freddo...e, soprattutto, tante biciclette. Fiumane di biciclette.
Giunse l'autunno, con la sua magica atmosfera di candele e addobbi natalizi, e, poi, l'inverno, cadenzato da giornate molto brevi; raggi di sole frequenti quanto avvistamenti UFO; pioggia; bufere; susseguirsi di fiocchi di neve piccoli, gelati e pungenti, che attraversano il cielo in orizzontale, in balia del vento polare, il quale soffia con veemenza e rievoca alla mente orsi bianchi e distese immacolate di ghiaccio.
Gelido ma affascinante, l'inverno di Copenhagen. A volte lo si detesta, ma se ne subisce il fascino. Ho più volte scritto in merito alle serate trascorse in casa o in caffetteria, mentre lavoro al pc o chiacchiero con amici, sorseggiando un tea caldo e ammirando, protetta dai vetri delle finestre, i tetti imbiancati e le strade illuminate.
Ma c'è anche un inverno vissuto e goduto all'esterno, con le temperature sotto lo zero, avvolti in strati di capi di lana e stretti in giubbotti tecnici, con ai piedi calzature degne dello yeti. E continuano a essere protagoniste le biciclette! I danesi non si fanno affatto intimorire da tempeste o nevicate, continuano a sfrecciare su due ruote con disinvoltura. Ma non è un'abitudine condivisa solo dai nativi, ma anche dagli "acquisiti", ossia da coloro che provengono dalle calde spiagge del mediterraneo e sono cresciuti all'ombra dei nuraghi e dei fichi d'india.
Pedalare durante la fredda stagione per le strade di Copenhagen è bello, davvero. Ritempra, scalda, permette di entrare in sintonia con la città in modo profondo e sincero. Non bisogna coprirsi eccessivamente, per non sudare, ma è necessario proteggere le zone maggiormente esposte, come testa, collo e mani.
Ho realizzato per una mia amica, anche lei sarda e innamorata delle terre del nord, uno scaldacollo in morbida e caldissima lana, nei toni del blu, dell'avion e del marrone, con una caratteristica: una piccola mantella, da inserire sotto il cappotto o il giubbotto, in modo che, dall'esterno, risulti visibile solo il collo a ciambella. Poiché nessuna parte del corpo resta scoperta, neppure uno spiffero di vento riesce a penetrare, garantendo il massimo del comfort, senza rinunciare alla bellezza di un capo fashion e sfizioso, rifinito all'uncinetto e ornato da un fiocchetto iperfemminile.
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