"Così lontano come la mia poesia brucia il suo fuoco,
così lontano corre i confini della mia patria".
così lontano corre i confini della mia patria".
H.Ibsen
Sono nata sulle candide spiagge di una cittadina incantevole della Sardegna, con il profumo del mare nei capelli; l'odore acre delle alghe; le corse giocose lungo le pinete; il fascino solenne delle Torri e dei Bastioni dell'epoca aragonese; l'ombra solitaria dei Fortini a picco sulle scogliere, scenario di ataviche battaglie navali; le dolci melodie di un idioma catalano unico al mondo.
Sono fiera della mia sardità, del mio essere solare, granitica, calma o burrascosa come il mare, figlia di una società matriarcale, isolana nell'animo, dotata di ponti levatoi e bisognosa di orizzonti infiniti.
E i miei orizzonti infiniti si estendono, indomiti, oltre il Mediterraneo, si addentrano fra i venti freddi del polo, fra i paesaggi innevati, fra i boschi popolati da renne, fra le primavere tiepide e ebbre di colori e di profumi.
Amo il nord, nella sua accezione più vasta. Non solo un nord meramente geografico, un immaginario quasi stereotipato di slitte di Babbo Natale, di birra e di gløgg, di pane di segale e di cannella, di pub con le teste delle renne in bella vista, di case arredate con mix di semplicità assoluta e di pezzi di pregiato design, di numerose dimore che paiono riproduzioni tangibili delle pagine del catalogo Ikea.
Il mio nord si tinge dei colori pastello della Francia, in cui l'ensemble perfetto di mobili sbiancati, ceramiche, scatole in latta e brocche smaltate ricorda epoche mai davvero trascorse; si impregna dell'odore del legno svedese delle assi del pavimento e delle travi che attraversano i soffitti; si crogiola nell'arte sapiente delle pregiate porcellane decorate danesi; si illumina del bianco che contrasta con i colori neutri e freddi di appartamenti con finestre che si affacciano su vie costellate da case di mattoncini rossi e modanature bianche; segue i rintocchi degli orologi a pendolo ispirati alla corte del re Gustavo III, innamorato dei fasti di Versailles; si inebria nel profumo dei tulipani varipiopinti; si scalda in atmosfere che rievocano baite immerse nel candore nevoso, con i ceppi che bruciano nel camino, la tisana calda e fumante fra le mani e il tappeto di pelliccia ecologica sotto i piedi scalzi.
Il mio nord è ispirazione vintage, è shabby, è gustaviano, è contaminazione fruttuosa di idee, fogge, linguaggi iconici e popoli (non dimentichiamo l'apporto persino del provenzale, del toscano e dello stile industriale!), ma è soprattutto uno stato dell'animo, nutrito da letture di poeti e prosatori nati nel freddo e nel ghiaccio, da quadri di artisti d'oltralpe che hanno fatto la Storia dell'Arte; dal mondo fatato delle Tilda, stupende bambole norvegesi, cucite handmade, spesso munite di angeliche ali piumose; da cieli sconfinati in terre di mistero e magia: un mondo ovattato da scaldare armati di ferri di maglia, soffici gomitoli e sorrisi amichevoli.
"Il poeta tedesco Johann Wolfgang Goethe disse: Colui che non sa darsi conto di tremila anni rimane nel buio e vive alla giornata. Non voglio che tu sia così. Voglio che tu conosca le tue radici storiche. Soltanto in questo modo diventerai un essere umano".da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/libri/frase-76560?f=a:1701>
Jostein Gaarder
Emma Fenu
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