martedì 5 agosto 2014

Circumnavigazioni: alla scoperta di nuovi lidi.




Gli ultimi mesi per me sono stati un viaggio su doppio binario: andare in avanti, verso il futuro, e, al contempo, indietro, a ritroso verso il passato. Un paradosso che farebbe aggrottare le sopracciglia perfino a Zenone di Elea, il celebre filosofo che condannò Achille a non raggiungere la tartaruga.

Eccomi, alle prese con un futuro, nelle terre del mio caro Nord, scandito da obiettivi a breve scadenza, come lo yogurt, e da progetti da far lievitare con calma, protetti in un luogo caldo, avvolti nell’abbraccio di una copertina da neonato, come la pasta per la pizza. 
Non mancano le sfide, da affrontare a testa alta e cuore impavido, e i sogni, quelle macchine motrici meravigliose, quegli ingranaggi di magiche rotelle che ti spingono avanti, perennemente alla ricerca, e che, mentre sei sulle tracce di qualcosa, ti fanno inciampare in qualcos’altro, che è ancora meglio di quanto tu stesso avessi pensato per te.

E il passato
E’ un turbinio di immagini ed atmosfere vintage, nella struggente nostalgia di epoche mai vissute, a meno di non scomodare la teoria platonica della metempsicosi (o trasmigrazione delle anime), che renderebbe tutto molto più chiaro. 
Ma, soprattutto, è memoria dell’infanzia, della dolcezza dei volti amati, della terra natia, fatta di nuraghi, di case di janas, di scogliere maestose, di spiagge immacolate e…di mare.
All’estero, in qualunque nazione lontana abbia vissuto negli ultimi anni, mi sono sentita “a casa”, perché, di questa adorabile parola, ho capito il significato più profondo dell’accezione. 
Ma, paradossalmente, di nuovo chiedo venia a Zenone, ho avvertito violentemente il mio senso d’identità, il mio essere sarda, isolana, circondata di distese di acqua salata, mossa da vento impetuoso, ruvida come le rocce granitiche, combattiva come Eleonora d’Arborea e propensa a mettere sempre le mani in pasta, nella vita, come le mie ave che le immergevano, nottetempo, nel pane ancora crudo, affinché divenisse pronto per il forno.

Si tratta, in realtà, di un viaggio con itinerario circolare, come quelli prima teorizzati e poi compiuti, con la bramosia di conoscere, in tempi tanto lontani, quando, inconsapevoli della sfericità terreste, si credeva di precipitare nel nulla, se si varcavano i confini del Mare Nostrum
Invece, procedendo in avanti, con il vento in poppa, si torna, ciclicamente a casa, e, se si vogliono trovare le Indie, e lo si fa senza risparmiarsi in coraggio e determinazione, si scopre l’America, la nostra “America”.

Buona navigazione.

Emma Fenu
tratto da 


Nessun commento:

Posta un commento