venerdì 1 agosto 2014

Attenzione alla comunicazione via web!

Non si tratta di un post come gli altri.
Non disquisirò di letteratura, viaggi, passione per il vintage e creazioni in fili di lana.
Ma di COMUNICAZIONE, nello specifico di quella che si effettua via web, soprattutto via facebook
Del resto questo è un blog, e per veicolare messaggi è nato.


  • Ho notato che io, quando mi soffermo a commentare i post sulle bacheche dei miei contatti facebook, relativi a tematiche molto importanti, sono perennemente in OT. Ossia non mi attengo all'argomento, ma spazio, spesso moltissimo, spostando l'attenzione su un tema affine e collegato, ma non su quello che viene discusso nell'articolo postato. 
  • La comunicazione sul social network, dunque, non solo corre veloce, ma non permette di valutare accuratamente le informazioni condivise, perché, mentre si legge e commenta, di solito si svolgono, in contemporanea, altre attività, sia lavorative che di carattere personale. 
  • Esistono delle tematiche particolarmente "calde", che accendono gli animi di tutti. Queste emergono anche in contesti non prettamente pertinenti. In sè il fatto è giusto e auspicabile, perché il collegamento fra eventi è sinonimo di intelligenza e il voler ribadire concetti che si ritengono fondamentali testimonia la passione per i propri ideali.
  • Ma attenzione: una furbata della comunicazione, che agli esperti non sfugge, è questa: veicolare UNA verità indiscussa ed accompagnarla con messaggi alquanto discutibili.  Di conseguenza, io per prima, sono vittima del seguente processo: leggo un articolo, qualcosa mi colpisce, disserto su quel particolare e mi ricollego ad altri fatti che mi sono cari, e dimentico il resto che vi è scritto. Apparentemente dimentico, in realtà ho sublimamente percepito benissimo e non solo, condivido, a mia volta, in bacheca.
  • In questi giorni ho postato due interventi: il primo inerente alla difesa della famiglia tradizionale, il secondo sulla pubblicazione delle foto di minori su facebook. Tematiche di estremo interesse sociale.
  • Ho appositamente fatto riferimento ad articoli che, apparentemente, trattassero una questione e che, invece, ne affrontassero un'altra. 
  • Il primo proponeva una difesa della minacciata famiglia tradizionale, si è finito con il discutere sull'adozione da parte dei gay, argomento che io non ho minimamente citato. Cosa è accaduto? Che per esprimersi in merito, giustamente, sul delicatissimo tema della crescita di un minore, ci si è dimenticati che per famiglia NON TRADIZIONALE si intendono anche le famiglie di fatto, quelle monogenitoriali e quelle allargate. Quindi, per spostare l'attenzione sulla questione del divorzio breve, per esempio, che è a vantaggio della salvaguardia delle famiglie allargate, basta nominare i gay. Ed è recente anche il reintegro, in Italia, della legalità della fecondazione assistita eterologa, e anche in merito ad essa si è scritto in termini di "minaccia".
  • Il secondo post riportava un articolo che invitava a non condividere le foto dei propri figli, perchè un "domani" essi potrebbero rinfacciare ai genitori di aver compiuto scelte che non rispecchiano la loro natura di esseri adulti. L'articolo ha riscosso successo fra i genitori, giustamente sensibili al pericolo della pedofilia, di cui, però, non si accenna nell'articolo. Ma se lo stesso argomento fosse stato veicolato cosi: "Non battezzate i vostri figli, perchè imponete loro una scelta religiosa che potrebbero non condividere", non credo che la reazione sarebbe stata identica.
  • Traggo le mie conclusioni. Non sono mai troppe le parole spese per amore dei valori e per la tutela dei minori, in qualunque contesto. Quindi, ben venga denunciare la pedofilia anche se non è il tema del articolo, al fine di mettere in guardia gli altri, meno informati. Ma attenzione: noi veicoliamo messaggi ed articoli di cui, per poco tempo o per poca attenzione, non siamo perfettamente consapevoli. Ossia, si pensa di affermare il non-diritto dei gay ad adottare e ci si schiera, inconsapevolmente, contro la vicina di casa che cresce un figlio da sola. Si vuole mettere all'erta contro i pedofili e, in realtà, si sposa un'angosciante tesi secondo la quale i genitori, nel compiere scelte in vece dei propri bimbi, come è impossibile che non sia, devono sentirsi giudicati dai propri figli divenuti adulti. 
  • Sono solo due esempi. Ma a me sono stati di monito per impegnarmi ad accertarmi che quanto posto sia davvero corrispondente alle mie idee e non sia un'esca per altre idee, che non mi appartengono.
  • Detto questo, essere fuori e fuori tema è la mia natura, lo farò ancora. Ma cercherò di non essere una pedina di altrui giochi. E ho, volutamente, non testato con altri articoli, per esempio sulla situazione nella striscia di Gaza, dove ho riscontrato i medesimi meccanismi. 
  • Per questo post ringrazio un contatto facebook che mi scrisse, tempo fa, in seguito ad un mio intervento: "Ma hai letto l'articolo?". Io risposi: "Certo, colgo l'occasione per esprimere anche questo altro concetto". Giusto, ma intanto l'articolo gira indisturbato mentre tutti ci leggiamo quanto vogliamo leggerci. 

Nessun commento:

Posta un commento